Busseto

È tradizionalmente considerata la patria di Giuseppe Verdi, anche se è noto che il ‘cigno di Busseto’ nacque nella frazione di Roncole. Importante centro agricolo della Bassa parmense, la cittadina è ricca di storia e di tradizioni. L'etimologia di Busseto, toponimo che compare per la prima volta nel 1130 nella forma «Buxetum», si presta a due diverse interpretazioni: da «buxus», bosco di bossi, o «busetum», recinto per i buoi. Nel territorio si sono ritrovati resti di insediamenti terramaricoli e segni della centuriazione romana. Il borgo ha, invece, origine medievale. Quanto alla giurisdizione ecclesiastica, rimase diocesi cremonese fino al 1601. Annessa al contado dell'Aucia, divenne dominio della casata toscana degli Obertenghi. Adalberto II Pallavicino, nipote del capostipite Oberto, fu ufficialmente investito del feudo di Busseto nel 1027 dall'imperatore Corrado II il Salico. I Pallavicino ne fecero la capitale dei loro Stato, detenendone stabilmente il dominio per circa cinque secoli, fino al 1587. La cittadina raggiunse il massimo splendore con Rolando il Magnifico (1394-1457), che fu promotore del rinnovamento architettonico e promulgò nel 1429 gli «Statuta pallavicina», codice delle leggi locali rimaste in vigore per oltre 150 anni. Nel 1533 l'imperatore Carlo V d'Asburgo insignì Busseto del titolo di città e dieci anni più tardi vi tornò per incontrare il papa Paolo III Farnese, che gettò qui le basi del ducato farnesiano costituito due anni dopo (1545). Nel 1587, con la sottomissione al dominio farnesiano, ebbe termine lo Stato di Busseto, ma non la vivacità culturale e civile della sua fiorente capitale. Era presente un Collegio notarile; nel 1537 era stato istituito il Sacro Monte di Pietà; nel 1613 vi fu l'arrivo dei Gesuiti; esisteva un Ginnasio che rimase attivo fino alla metà dell'Ottocento; vi era inoltre una Cappella musicale, fondata nel 1627, con annessa Scuola di Musica. Nel Settecento e in età napoleonica fiorirono l'Accademia Arcadica dell'Emonia, attiva dal 1749 al 1818 circa, e quella di Lettere greche (1796). Nel 1768 fu istituita e affidata al Monte di Pietà la Biblioteca, ancor oggi vivo centro di cultura e custode di preziose edizioni e cimeli. La seconda metà del XIX secolo vide Busseto impegnata in opere edilizie e urbanistiche che determinarono il volto attuale del suo centro storico. Nei secoli numerosi cittadini si distinsero nelle lettere, nelle scienze, nel diritto e nell'arte , tra questi lo storico Ireneo Affò (1741-97), il medico Buonafede Vitali (1686-1745), il compositore Tarquinio Merula (1590- 1665), i pittori Pietro Balestra (1711-89), Alberto Pasini (1826-99) e Isacco Gioacchino Levi (1818-1909), per arrivare, infine, alle grandi figure di Giuseppe Verdi (1813-1901) e Giovannino Guareschi (1908-1968).
Il centro storico di Busseto ha la forma di un quadrilatero irregolare, in parte circoscritto da mura e munito agli angoli di torrioni ancor oggi visibili, un tempo protetto da un fossato esterno. La via principale e più antica, detta via Roma e anticamente «Strada Maestra», è interamente porticata. Orientata secondo l’asse nord-sud, è intersecata perpendicolarmente da diciassette vie secondarie. Su di essa si affacciano antiche botteghe e storici edifici, molti dei quali luoghi di memoria verdiana, e la piazza dedicata all’illustre concittadino.
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creato:lunedì 14 settembre 2009
modificato:lunedì 14 settembre 2009